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domenica 6 novembre 2011

Voliblu, vitalizi, stipendi, palazzi: l’abbuffata della Casta non si ferma.
ROMA – Voli di stato in aumento. Milioni di euro spesi per i convegni, i congressi e le visite ufficiali del premier a fronte di 900 mila previsti, più quasi altri 4 milioni non previsti per «spese relative a eventi istituzionali anche di rilevanza internazionale». Accade questo e altro nel nostro paese. L’Italia è infatti un paese strano, probabilmente incomprensibile agli occhi di un osservatore straniero, specie se anglosassone. Un paese che da un lato non ha i soldi non per valorizzare un sito unico al mondo come Pompei, nemmeno per evitare che crolli letteralmente a pezzi, che non ha i soldi per finanziare la ricerca e che non è in grado di aiutare le famiglie in difficoltà, ma che dall’altro regala alla Chiesa l’esenzione dei suoi palazzi dall’Ici e che spende ogni anno di più per mantenere, anzi foraggiare, la Casta che lo governa e rappresenta nelle istituzioni.
La bolla dei vitalizi è diventata un problema abnorme: l’ente presieduto oggi da Renata Polverini ha speso nel 2010, per 179 vitalizi e 38 trattamenti di reversibilità, qualcosa come 16 milioni di euro. Ancora più sconcertante è lo squilibrio tra i contributi che entrano dai consiglieri regionali in carica e quelli che escono per garantire una serena vecchiaia ai pensionati. Entrate: meno di 1,7 milioni. Uscite: 16. Quasi dieci volte di più. Ma, come insegna la saggezza popolare, “il pesce puzza dalla testa”, e infatti alla Camera va perfino peggio: per ogni euro che entra ne escono 12. E al Senato peggio ancora che alla Camera: uno entra, 13 escono. Una vera catastrofe finanziaria: per i vitalizi degli ex onorevoli nel solo 2010 abbiamo speso 219 milioni. Molto più di quanto incassano in due anni tutti i nostri musei e siti archeologici messi insieme.
Privilegi da difendere ad ogni costo e al di là di ogni divisione politica, su questo punto infatti gli schieramenti politici trovano, chissà come mai, sempre un punto di convergenza. La spesa pazza non si limita a benefit e vitalizi vari, governare è un duro lavoro, e chi si sobbarca quest’onere deve essere adeguatamente remunerato. Il capitolo di spesa per i compensi del segretario generale e i suoi facenti funzioni dovrebbe crescere nel 2011 da 430.000 a 520.000 euro. Come pure la voce che riguarda lo stipendio di Berlusconi, dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari alla presidenza: da 1,6 a 2,1 milioni. Cinquecentomila euro in più. Un aumento venti volte superiore all’inflazione.

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